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Onde d'urto per il trattamento del deficit erettile

Onde d’urto Le onde d’urto furono introdotte per la prima volta in urologia negli anni ‘80 per il trattamento dei calcoli renali mediante litotrissia extracorporea, ma negli anni successivi il loro utilizzo si è esteso al trattamento di patologie dell’apparato muscolo-scheletrico al fine di stimolare la rigenerazione tissutale, riducendo l’infiammazione locale. Attualmente, nel campo urologico, le onde d’urto sono applicate anche nel trattamento d’induratio penis plastica (IPP), disfunzione erettile (DE) e sindrome del dolore pelvico cronico.

Per quanto riguarda la DE, il suo trattamento è generalmente farmacologico, ma c’è una quota di pazienti (soprattutto quelli che hanno problemi vascolari) che non risponde efficacemente alla sola terapia con inibitori delle 5-fosfodiesterasi, e che, in tal senso, beneficiano del trattamento con onde d’urto a bassa energia. Esse, infatti, migliorano il microcircolo vascolare promuovendo un effetto neoangiogenetico, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno dei corpi cavernosi, migliorandone così la vascolarizzazione e, di conseguenza, la sua capacità erettile. Il trattamento con onde d’urto è attualmente indicato dalle linee guida della European Association of Urology (EAU), in pazienti con DE organico lieve o “non responder” alla terapia farmacologica.

In letteratura, esistono attualmente pochi studi a riguardo, e non sono presenti dei veri schemi e protocolli standardizzati per questo tipo di trattamento che siano migliori di altri. In commercio sono presenti due tipi di generatori:

  • Generatore a onde d’urto di tipo focale: prevede l’applicazione delle onde d’urto in più punti dell’asta, comprese le cura.
  • Generatore a onde d’urto di tipo lineare: sono in grado di coprire più superficie di tessuto, ma l’energia assorbita dai tessuti più in profondità rispetto alla cute è minore rispetto ai superficiali.

Non esistono studi attualmente che dimostrino la superiorità di una tecnica sull’altra.